Fare Trading su Futures o CFD?
Noi a Trading Research operiamo giornalmente sui Futures del CME Group (Chicago Mercantile Exchange) e dell’Eurex.
Io personalmente ho sempre tradato futures, compresi sin da subito la difficoltà di questa professione, decisi così di mettermi nelle condizioni in cui il mio successo o meno sarebbe dovuto dipendere principalmente da me e cercai così di ridurre al massimo tutti i fattori di rischio non direttamente controllabili, al di là del rischio di mercato che nessuno avrebbe potuto togliermi. E’ del perché di questa scelta quello di cui tratteremo in questo articolo.
I CFD (Contratto per differenza) sono derivati che possono avere come sottostante tutta una serie di strumenti finanziari dalle valute (Forex), indici panieri di azioni etc…
Il trading sul Forex e CFD è diventato molto popolare negli anni nell’ambiente retail, in modo particolare in Europa, soprattutto grazie al piccolo capitale necessario per aprire un conto ed iniziare ad operare.
Il Forex (forex exchange o mercato delle valute) è in realtà un mercato globale decentralizzato in cui si scambiano valute. Esso è di gran lunga il più grande mercato mondiale che ormai supera i 5 trilioni di dollari scambiati giornalmente!!!
Il volome è per la gran parte fatto dalle grandi banche che tradano sullo spot market (il cash) si scambiano cioè direttamente valute (es. si vendono dollari per acquistare Euro etc..). Negli ultimi 10-15 anni con l’esplosione del trading online dovuto alle sempre migliori infrastrutture e qualità delle connessioni, alcuni broker hanno iniziato a dare l’accesso al grande pubblico in questo mercato prima territorio esclusivo delle banche. In realtà quello che accade è che le banche forniscono dei prezzi ai prime brokers ed ai retail brokers; questi ultimi danno accesso a questo mercato al pubblico che, con un piccolo margine può acquistare e vendere valute e con altre tipologie di CFD anche altri strumenti finanziari utilizzando la stessa modalità.
Non voglio approfondire troppo il funzionamento del mercato dei CFD / forex e dei futures che magari faremo un’altra volta, ma vorrei semplicemente comparare alcuni aspetti:
1) Scambi centralizzati ed una borsa recolamentata: nei CFD/Forex non esiste una borsa regolamentata, è un mercato globale decentralizzato, di conseguenza non c’è in ogni momento una quotazione ufficiale, gli operatori possono avere degli eseguiti a diversi prezzi anche se hanno effettuato gli scambi nel preciso medesimo istante; i contratti futures vengono invece scambiati in borse regolamentate e tutti gli scambi vengono effettuati e contabilizzati nello stesso luogo e registrati un time & sales ufficiale.
2) Sicurezza dei fondi depositati: quando si tradano futures, ad esempio del CME Group, (Chicago Mercantile Exchange Group) si accede alla borsa attraverso dei broker che sono regolamentati dalla CFTC (Commodity Future Trading Commission) e membri della NFA (National Futures Association); questo li obbliga a tenere i fondi depositati dal trader in un conto segregato che è ben distinto e separato dal capitale di rischio della società di brokeraggio. In oltre 100 anni di Futures Trading al CME c’è stato un solo caso di perdita di fondi dei clienti dovuta ad un fallimento di un clearing member, ed è per questo che sono poi sono state messe in atto queste norme così restrittive.
Nei CFD /Forex anche se si trada attraverso un broker americano regolamentato, i fondi non sono segregati quindi se una società regolamentata va in bancarotta come più volte è successo, anche i fondi dei clienti possono essere a rischio.
In generale non c’è mai una sicurezza al 100% sul capitale di trading depositato ma sicuramente il mercato dei futures offre sulla carta enormemente maggiori garanzie.
3) Il ruolo del broker: Il broker in entrambi i casi (futures e CFD) consente l’accesso al mercato, ma il suo ruolo in pratica è piuttosto differente nei due casi. Il future broker ha fondamentalmente una funzione di controllo del rischio, controlla infatti l’identità del trader e tutte le sue informazioni personali, poi monitora costantemente il rischio controllando il margine, si assicura che i trades siano “cleared” contabilizzati correttamente (questo lo fa direttamente se è anche clearer oppure se è un introducing brocker farà clearing attraverso un altro soggetto, il clearer appunto) al di là di questo il suo compito si esaurisce qui, se non per il fatto che ci addebiterà delle commissioni per ogni eseguito (le sue commissioni +national ed exchange fee). I trades che inseriamo nel mercato vanno direttamente al server dell’exchange ed il broker non ha un ruolo attivo in questo se non di controllo.
Un CFD broker invece, oltre a quanto sopra ha un ruolo diretto in ogni trade che noi facciamo, egli di fatto prende l’altra parte del nostro trade (se è un broker market maker) compensa la gran parte degli ordini dei propri clienti e va a mercato con una certa parte per coprirsi.
Tutto questo per dire che quando si inserisce un ordine in una piattaforma di CFD, esso coinvolge diversi soggetti in una più o meno lunga catena oltre a quella naturale di compratore/venditore cosa che invece normalmente accade tradando contratti futures in cui noi di fatto acquistiamo o vendiamo direttamente da un altro trader.
4) Affidabilità del clearing: anche durante situazioni estreme come ad esempio il “flash crash del 2010” o l’episodio del Franco Svizzero qualche anno fa, il mercato dei futures ha continuato tranquillamente a tradare (magari con spread bid/ask insolitamente largo di 6-10 ticks e book abbastanza leggero per diversi minuti), ma nessun trade è stato cancellato, tutto è stato “cleared”.
Non si può dire la stessa cosa del Forex, per la natura stessa del mercato (non centralizzato in una borsa regolamentata) in queste situazioni le quotazioni sono scomparse e/o si sono allargate a dismisura, gli eseguiti sono stati molto lontani da quanto inserito e nel caso dell’episodio del Franco Svizzero alcuni broker saltati altri hanno addirittura deciso di non contabilizzare alcuni trades che avevano provocato a dei loro clienti perdite superiori al capitale disponibile sul conto mandandoli in debito, li hanno semplicemente cancellati.
Questa è stata sicuramente una cosa degna di lode e sicuramente apprezzata dagli sfortunati in quella giornata, tuttavia questo è una dimostrazione palese del fatto che il clearing nel forex non è una cosa rigorosa, nel bene e nel male.
5) Leva finanziaria: la leva finanziaria è un’arma a doppio taglio, consente di aumentare, di moltiplicare, l’ammontare dei guadagni e delle perdite rispetto al capitale disponibile, quindi grandi opportunità di guadagno ma anche grandi rischi; sicuramente una leva troppo alta aumenta enormemente le probabilità di fallimento, ed è per questo che deve essere usata con molta parsimonia e cautela.
Alcuni CFD brokers offrono leva fino a 1.000:1, che secondo la mia opinione è una ricetta sicura per il disastro, per un chiarimento su perché dico questo date un’occhiata all’articolo sul Risk of Ruin.
Anche nel mercato dei futures si può usare una leva molto elevata, con il margine di 500$ intraday offerto da molti broker americani su diversi strumenti dalle valute agli stock index, si può usare una leva massima che può arrivare anche a 500-700:1. Questa leva è poi solamente teorica in quanto il broker su questi strumenti raramente permette al conto del cliente di andare sotto i 2.000$ ed in più il suggerimento classico di usare 1 contratto ogni 10.000$ di capitale di trading significa una leva intorno ad 25/35:1
La leva che un trader usa è poi fondamentalmente a sua discrezione e responsabilità, tuttavia offerte di gradi leve disponibili vengono pubblicizzate dai broker soprattutto nel CFD (ma anche spesso nei futures offrendo margini bassi) per attirare nuovi clienti nell’illusione di performance strabilianti tralasciando del tutto il rischio insito in questo.
6) barriera all’ingresso: per aprire un conto Future veniva richiesto un minimo di 5.000/10.000$ quindi una bella barriera all’ingresso, con i CFD non c’è praticamente un livello minimo e questo rappresentava un bel vantaggio per i retail che potevano iniziare anche con un capitale molto piccolo di qualche centinaia di $, negli ultimi anni però con i nuovi contratti Micro (10 volte più piccoli dei mini) anche nei future la barriera all’entrata è diventata bassissima con poche centinaia di $ si può aprire un conto future ed operare sui micro.
7) trading 24 ore: i broker dei CFD si vanta di un perfetto mercato tradabile 24 ore al giorno, anche il mercato dei futures, specialmente sulle valute è molto liquido quasi 24 ore al giorno, il volume comincia ad essere consistente dopo l’apertura della piazza Londinese e continua ad essere alto poi fino alla chiusura dei mercati americani. Quindi il trading 24 ore al giorno non è un problema in entrambi i casi.
8) Commissioni: I broker americani offrono facilmente da 3,50 a 4,50$ di commissioni Round Turn per i Mini, 1,3-1,5$ RT peri micro, in più chi trada altissimi volumi può ottenere sconti consistenti ed eventualmente acquistare una membership nell’exchange per abbattere ulteriormente i costi di transazione.
Le commissioni non impattano troppo quindi il P&L del futures trader, tuttavia l’incidenza è tanto maggiore quanto maggiori sono i volumi tradati.
I broker CFD non applicano commissioni, si paga lo spread e basta; anche se negli ultimi anni i broker del forex sono diventati sempre più seri ed affidabili grazie anche alla concorrenza tra loro, lo slippage e comunque il costo dell’eseguito è ancora un pò più alto che nei futures. Alcuni broker del forex offrono anche un piano secondo cui si pagano delle commissioni fisse R/T come nei futures e garantiscono uno spread fisso di 1pip, tuttavia in generale possiamo dire che nonostante questo considerando anche la certezza del’esecuzione che deriva dall’inserimento dell’ordine direttamente nell’exchange i futures in media costi di transazione inferiori.
9) Depht of Market: in una borsa regolamentata come quella dei futures si hanno a disposizione i 10 migliori livelli di bid ed ask e ci si può accodare a qualsiasi livello con un limit order che ci dà la certezza di essere eseguiti a quel prezzo o meglio. Gli ordini sono eseguti con il principio del FIFO (first in first out) quindi i primi inseriti sono i primi ad essere eseguiti quindi massima trasparenza.
Tutto questo ovviamente non può essere presente nei CFD in cui si hanno solamente i 2 prezzi bid ed ask con nessuna informazione su volumi ed altri partecipanti.
10) Liquidità: I broker CFD pubblicizzano sempre che il forex è il mercato più grande del mondo che trada trilioni di dollari al giorno, e questo è sicuramente vero, ma lo è per le banche che tradano direttamente tra di loro…. i trader retail sul forex nella maggioranza dei casi tradano con il proprio broker che prende l’altra parte del trade ben lontani dal vero mercato interbancario spot, e la presenza di una più o meno lunga catena di passaggi spiega il perchè di movimenti talvolta strani ed imprevedibili che rendendo ancora più difficile il daytrading.
I contratti futures più tradati fanno comunque milioni di contratti al giorno rendendo il DOM (depht of market) sempre molto pieno ed un costante spread di un tick tra best bid e best ask, questo rende l’esecuzione del trade molto facile e rende possibile fare scalping anche per poichi ticks.
11) Analisi dei volumi: i future exchange al giorno d’oggi offrono una grande quantità di dati realtime molto accurati, time & sales, ultimo prezzo scambiato, l’ultima quantità scambiata, la profondità del mercato, volumi a tutti il livelli, numero dei trades, volume scambiato in bid ed in ask, volume totale scambiato ad ogni livello di prezzo, MBO, etc..
Tutto questo flusso di informazioni può aiutare molto il retail future trader a prendere decisioni di ingresso accurate; noi a Trading Research utilizziamo il volume profile, concetti di auction market theory insieme ad analisi dell’order flow (ask-bid traded volume) e del footprint, avremmo delle difficoltà a tradare senza queste informazioni in quanto contribuiscono sensibilmente al nostro edge.
Tutto questo non è disponibile nei CFD anche se tuttavia sarebbe possibile inserire ordini in una piattaforma di CFD ed utilizzare il corrispondente contrato future per reperire tutte queste informazioni.
Quindi in conclusione si può dire che la scelta tra future e CFD è del tutto personale, tuttavia specie se si vuole lavorare nel breve termine e soprattutto se avete intenzione di fare del trading la vostra professione utilizzando per questo i migliori strumenti tecnici evitando di aggiungere del rischio ad una professione già per sua natura così rischiosa, non posso che suggerirvi di operare sui futures, considerando anche il fatto che ormai lo si può fare anche con capitali molto modesti, cosa che prima rappresentava l’unica motivazione per cui poteva essere interessante operare su CFD.
Buon trading